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Una casa per Luca Barisonzi

Lo scorso 9 aprile il Consiglio Direttivo Nazionale ha approvato il progetto “Una casa per Luca” (L’Alpino n. 5, pag. 6). Pubblichiamo di seguito la lettera del presidente nazionale Corrado Perona agli alpini, nella quale sono indicati anche gli estremi del conto corrente per le offerte.

 

L’alpino Luca Barisonzi, gravemente ferito in Afghanistan, sta affrontando, con uno spirito davvero encomiabile ed in linea con la nostra tradizione, un periodo di cure e di faticosa riabilitazione per cercare di recuperare la funzionalità quantomeno degli arti superiori. Quando questo periodo si sarà concluso, però, avrà la necessità di reperire un’abitazione tecnologicamente attrezzata che gli consenta una vita il più possibile normale ed autonoma. Questo tipo di abitazioni hanno, tuttavia, costi davvero importanti che Luca e la sua famiglia non possono certo affrontare da soli. Luca Barisonzi è anche un nostro ragazzo, un membro a pieno titolo della nostra grande famiglia alpina per cui non sarà lasciato solo.

Di concerto con il Comando dell’8° Reggimento Alpini la nostra Associazione ha deciso di intervenire per fornire a Luca una casa adeguata alle sue particolari esigenze. Si tratta di un progetto ambizioso e di particolare impegno economico ma sono sicuro che Sezioni, Gruppi, Alpini ed Amici non lasceranno solo Luca ed anzi si adopereranno per dimostrare, ancora una volta, che la fraternità alpina non è un concetto vuoto.

Per tale motivo abbiamo aperto un conto corrente bancario intestato alla Fondazione A.N.A. Onlus (in modo che i contributi versati siano anche fiscalmente detraibili):

nr. 100000002866

intestato a: FONDAZIONE A.N.A ONLUS

Via Marsala 9 20121 MILANO presso Banca INTESA SANPAOLO ag. 1027 – Via Volta, 21 Milano

IBAN: IT65 F030 6909 4521 0000 0002 866

sul quale invito a far confluire tutte le offerte. Raccomando di evitare iniziative diverse ed individuali: dobbiamo dimostrare che gli alpini sanno serrare le fila per raggiungere grandi obiettivi.

Nei prossimi giorni sarà aperto anche un conto corrente postale. Non appena la Commissione incaricata avrà definito il progetto provvederemo a pubblicarlo sul nostro portale in modo che tutti possano rendersi conto dell’entità dell’operazione “UNA CASA PER LUCA”.

Un saluto alpino,
Corrado Perona

Scarica il volantino »

Scarica il progetto della casa (11 mb) »

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La casa è una realtà

Scarica l’opuscolo sui lavori del cantiere (pdf 2,5 Mb)

Alcune foto della cerimoniadell’11 novembre


 

INAUGURAZIONE “UNA CASA PER LUCA”

Presente anche una nostra delegazione con il Vessillo

Il 19 maggio scorso l’Associazione Nazionale Alpini ha consegnato a Luca Barisonzi, l’alpino dell’8° reggimento gravemente ferito in Afghanistan, la casa domotica costruita a Gravellona Lomellina (Pavia).

L’edificio, terminato in tempi record grazie all’impegno dei volontari alpini e al contributo e la fiducia di tanti italiani, potrà garantire a Luca una vita il più possibile vicino alla normalità.

Alla cerimonia di consegna hanno partecipato, tra gli altri, il presidente nazionale Corrado Perona con i vertici dell’Associazione e il comandante delle Truppe alpine gen. C.A. Alberto Primicerj.

La Sede Nazionale ha svolto inoltre l’assistenza per la costruzione della casa attraverso l’impiego di imprese specializzate e il contributo di molti volontari alpini di molte Sezioni Italiane.

Anche la nostra Sezione era presente con una delegazione. Come noto infatti anche la nostra Sezione ha contribuito in misura abbastanza adeguata ( 9.000 euro).

Un plauso va ai  34 Gruppi che hanno aderito a questa nobile iniziativa che porge la mano ad un nostro alpino sfortunato ma che dimostra coraggio e determinazione nonchè esempio tra i giovani.

Dopo l’ammassamento avvenuto in piazza Deluca sono seguiti la S. Messa , lo sfilamento, l’inaugurazione della “Via degli Alpini” e le toccanti allocuzioni. Toccanti parole sono state espresse dal Presidente Perona  e dal Delegato Nazionale V. Presidente Sebastiano Favero che ha curato la realizzazione dei lavori che ha costituito anche una efficace prova della possibilità di affiancamento in sicurezza e nel rispetto della normativa in vigore di volontari Alpini di tante Sezioni italiane agli operai delle Ditte specializzate intervenute.

 

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Una casa per Luca: Missione compiuta

(anche la nostra Sezione ha dato il suo contributo: 9.000 euro raccolti con l’aiuto di 34 dei nostri gruppi che hanno partecipato generosamente alla sottoscrizione)

 

Luca ha la sua nuova casa, unica in Italia, in cui potrà vivere assistito dalle più moderne tecnologie domotiche. Era un impegno che avevamo assunto non appena ci era giunta la richiesta della madre di Luca: “Abitiamo al terzo piano di una casa senza ascensore: come faremo?”. Era un peso economico difficile da sostenere, ma noi sapevamo di avere un serbatoio: quello degli alpini e quello della gente che ci conosce e sa che i soldi dati all’Associazione non spariscono, ma sono impiegati bene e ne rendiamo conto. Abbiamo fatto così anche con le trentatré case costruite a Fossa, in Abruzzo. Noi, da parte nostra, ci siamo assunti l’impegno e la responsabilità di portare a termine quanto promesso.

Non lo facciamo per noi, ma per la nostra amata Italia, e vorremmo vederla crescere a fianco delle altre nazioni: di tutto questo sentiamo la responsabilità del servizio agli altri e del senso del dovere, ma nel momento tanto difficile che stiamo attraversando vorremmo che fosse anche responsabilità di tutti.

La responsabilità: una delle tre parole che costituivano il motto dell’Adunata di Bolzano. Le altre erano amicizia e fratellanza. Perché se non si è amici, se non si è fratelli, come potremmo mai assumerci delle responsabilità?

L’abbiamo imparata dai nostri Padri, che l’hanno esercitata prima in trincea e poi nelle Sezioni e nei Gruppi. Si traduce in solidarietà e valori che abbiamo il dovere di trasmettere alle nuove generazioni, aperti alla società, in simbiosi con le figure a noi più vicine: i sindaci, che sono gli unici a sfilare con noi anche se non alpini.

Perché quella fascia tricolore che portano rappresenta l’Italia e quanti hanno dato la vita per costruirla.

Ecco perché in ogni nostra manifestazione, grande o piccola che sia, viene riservato un momento importante al ricordo e alla riconoscenza ai Caduti. Ma il rispetto della storia e delle nostre radici, non ci impedisce di guardare al presente ed al futuro. Non si vive di solo passato.

Abbiamo molto sofferto quando è stato sospeso il servizio di leva: pensavamo che i nuovi alpini sarebbero cambiati, che non sarebbero stati come noi, plasmati per tutta la vita da quei 12-15 mesi di naja alpina. Invece abbiamo capito che questi bocia sono degni della storia dei nostri Padri: non li abbiamo persi per strada, la famiglia è sempre quella. Sono giovani capaci di assumersi le loro responsabilità.

“Noi dopo di voi”, è la promessa che ci hanno fatto: nelle caserme, nelle sezioni e nei gruppi, fra gli amici degli alpini.

Ce ne sono tanti di questi giovani che ci sono vicini anche se non indossano la divisa. Abbiamo il dovere di portarli con noi, anche se non potranno mai avere il cappello, per quello che hanno nella mente e nel cuore: i nostri stessi valori. Ne abbiamo visti tanti, anche a Bolzano, applaudire al nostro passaggio, al passaggio degli alpini in armi.

Resterà nella storia questa Adunata che non aveva niente di scontato e qualche incognita. Poi abbiamo sentito il calore della gente, abbiamo visto cittadini di lingua italiana e tedesca far festa con noi, partecipare alla nostra gioia. Ci siamo capiti e abbiamo capito che stiamo bene insieme.

Il presidente della Provincia autonoma Luis Durnwalder, ha affermato: “Siamo pronti a rifarla”. Il Dolomiten, il più diffuso quotidiano in lingua tedesca dell’Alto Adige, il lunedì titolava: “La bella festa è ora una pagina di storia”, e soprattutto: “Abbiamo festeggiato valori comuni”.

È nato un nuovo rapporto di convivenza in questa meravigliosa provincia.

Gli alpini hanno avuto questo merito grazie alla cosa migliore che potevamo offrire e ricevere: l’amicizia.

Concludo con un pensiero al presente, che ci riporta – come se non bastassero le emergenze di altro tipo che ci affliggono – alla tragedia del terremoto in Emilia-Romagna. Centinaia di nostri volontari sono accorsi con la Colonna Mobile ANA e al seguito delle colonne regionali dell’Emilia,

Friuli, Veneto e Trentino. Altre centinaia sono mobilitati, per assicurare il cambio e garantire la continuità dell’assistenza.

Ancora una volta gli alpini faranno la loro parte.

Corrado Perona

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