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Pellegrinaggio vissuto, pellegrinaggio riuscito

A connotare il senso dello stesso riportiamo gli interventi pronunciati nel Santuario dei Gallivaggio da Adriano Martinucci ed Alberto Del Martino, infaticabili promotori dell’iniziativa.


“La data della santificazione di don Luigi Guanella si avvicina. L’attendiamo da tempo – noi gente della Valchiavenna, noi Alpini e Amici degli Alpini di queste vallate – perché riteniamo renda il giusto tributo a un uomo grande, che seppe farsi piccolo e umile al servizio dei più piccoli e dei più umili, ponendo tutta la propria vita nelle mani di un’ideale, quello della Carità Cristiana, che dovrebbe muovere i nostri passi anche in questi nostri tempi di nuove incertezze. Il doppio tragitto che oggi abbiamo percorso partendo da Fraciscio e da Scandolera è certo un omaggio a don Guanella. Ma il ritrovarsi qui a Gallivaggio, dove la Madonna apparve nel 1492, è anche un giusto atto di fede verso la Vergine la cui devozione don Guanella seppe sempre incoraggiare in tutte le persone che lo conobbero e lo ebbero come pastore.

Verso quella stessa Vergine a cui anche gli Alpini si sono affidati, in tempo di guerra come in tempo di pace. Il nostro cammino odierno ha una pluralità di significati. Innanzitutto deve ricordare a noi tutti, alpini in primo luogo, che per mettersi al servizio bisogna esser disposti a condividere un cammino, con tutta la fatica, le difficoltà, i momenti sereni e meno sereni che un cammino comporta. L’auspicio è che questa unità di intenti e questa condivisione di un percorso animi tutti i GRUPPI ALPINI DELLA VALLE, che non sempre, per i più svariati e superflui motivi, hanno saputo agire in concordia e reciproca collaborazione. Il tragitto percorso oggi però deve anche riportarci con la memoria ai tanti pellegrinaggi che la gente della Valchiavenna ha sempre tributato alla Madonna di Gallivaggio. In tempi ormai lontani da ogni paese della valle si partiva spesso a piedi prima dell’alba, dopo aver svegliato i bambini e, nel migliore dei casi, aver preparato una parca colazione. La gente si incamminava su sentieri e strade polverose, raccogliendo man mano conoscenti e forestieri per condividere la via. Giunti ai piedi del santuario era usanza  percorrere la lunga scala di pietra in ginocchio, come gesto estremo di umiltà e devozione. I tempi sono cambiati, come le usanze e i valori che guidano il nostro agire. Tornare a “camminare” oggi però non può essere un semplice gesto esteriore per commemorare un evento – la santificazione di don Guanella – per quanto importante esso sia. “Camminare” deve essere in tutto e per tutto, per gli Alpini, gli Amici degli Alpini, tutti noi presenti, voglia di unità, voglia di condividere, voglia di servire, voglia di essere strumenti attivi di Carità.

W Beato don Luigi Guanella, W gli Alpini.”

 

“Ringrazio Don Giovanni e Don Pietro, Guanelliani, per averci permesso di essere presenti qui oggi nel Santuario di Gallivaggio conosciuto anche come Santuario della Madre della Misericordia. Ringrazio Don Agostino che ci ha accompagnato nel pellegrinaggio lungo le strade frequentate anche dal Beato Don Luigi Guanella.

Ringrazio Padre Mario Bongio nostro cappellano Sezionale e tutte le autorità presenti; Saluto e ringrazio la Sezione di Lecco, il Gruppo di San Giacomo Filippo, i Consiglieri Sezionali, tutti i Gruppi presenti con il loro gagliardetto, tutti gli Alpini, i familiari, gli Amici degli Alpini che hanno partecipato a questa lodevole iniziativa in onore del Beato Don Luigi Guanella che sarà proclamato Santo domenica 23 ottobre nella Basilica di San Pietro e Paolo in Roma dal nostro papa Benedetto XVI.

Abbiamo condiviso da subito con i Gruppi della Valchiavenna l’intuizione e il dovere di esprimere, con animo alpino, la gratitudine e il merito nei confronti dell’uomo, del sacerdote, del Beato ed oggi Santo: Don Luigi!

Nato nella nostra terra, nelle nostre valli, tra le nostre montagne, nelle nostre comunità che in quel periodo vivevano, con fatica e stento di agricoltura alpina e di allevamento; in questa valle che segna la via più breve di comunicazione tra il sud e il nord delle Alpi Centrali, queste comunità ebbero qualche vantaggio, soprattutto i privilegi di una certa libertà comunale concessa perché gli abitanti non ostacolassero le comunicazioni commerciali o militari.

Fieri di questa libertà, fervidamente attaccati alla religione cattolica in contrasto col confinante Canton Grigioni riformato, vivevano in povertà, dediti ai più duri lavori per garantirsi il minimo di sopravvivenza. Le qualità che ne riportò Don Guanella, furono l’abitudine al sacrificio e al lavoro, l’autonomia, la pazienza e la fermezza nelle decisioni: qualità particolari e tipiche che ritroviamo anche tra gli alpini e che oggi, più che mai, vanno rafforzate.

Difficoltà ed incomprensioni gli impedirono di realizzare l’avvio di opere e fecero di lui un prete errante e confinato, ritenuto matto dagli stessi amici e pericoloso per i nemici: in tale situazione scrisse i pensieri di fede più importanti.

Questo insegnamento nel resistere, nel ritrovare in noi le motivazioni per essere veri Alpini, nel perseguire i nostri obiettivi certi di essere sulla strada giusta, ci fanno sentire vicini da Don Guanella soprattutto in questi periodi in cui troppe sono le domande che ci poniamo.

Don Guanella, grazie all’eroicità delle sue virtù e l’amore per i poveri, ebbe il dono di mettersi al loro servizio e alla loro cura, specialmente dei più abbandonati, di “coloro che sono poveri nell’ingegno o nella salute o nelle sostanze”, al servizio della carità tra i disabili mentali chiamati dal Beato i “buoni figli”, tra gli anziani, tra le persone in difficoltà: sordomuti, preti vecchi ed ammalati, anziani anche benestanti, ma abbandonati.

Anche noi Alpini siamo chiamati oggi ad approfondire l’intensità dell’opera di Don Guanella, ad imitarlo percorrendo i solchi da lui tracciati nel campo dell’altruismo e della solidarietà.

Sull’esempio di Don Luigi siamo chiamati e stimolati a difenderci dalle” minacce pesanti di un mondo che scivola verso un individualismo esasperato che sta sconvolgendo i rapporti sui quali si è costruita la nostra millenaria civiltà cristiana”……. Più che mai siamo chiamati a conservare la ricchezza autentica di umanità che permea il volontariato, la memoria ai Caduti e il rispetto delle Istituzioni. ” E’ facile dire che la società di oggi cammina per altre vie ed anche constatare che non abbiamo più maestri o personaggi esemplari di riferimento”. Non diamo per scontato che tutto sia finalizzato al tornaconto personale.” Voglio credere con tenacia che gli Alpini si sentono impegnati nella difesa della loro frontiera e che sono appena sfiorati dai personalismi “ nauseanti e disgustosi e dalle ambizioni di una società in dissesto morale.” C’è uno zoccolo duro nella nostra Associazione che finora nessuno è riuscito a scalfire: la gratuità del servizio nei confronti del prossimo e il prestigio del cappello alpino”.

Non diventeremo Santi come Don Luigi ma avremo la possibilità di assaporare i benefici morali che solo chi dona può apprezzare.

Grazie Don Luigi e se ci permetti diciamo: Viva gli Alpini e Viva l’Italia”

Nella galleria i clic del Marino

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